La tragedia si apre in una cupa Scozia d’inizio Basso Medioevo, in un’atmosfera di lampi e tuoni; tre Streghe (Le Sorelle Fatali, le Norne) decidono che il loro prossimo incontro dovrà avvenire in presenza di Macbeth. Nella scena seguente, un sergente ferito riferisce al re Duncan di Scozia che i suoi generali, Macbeth, barone di Glamis, e Banco, hanno appena sconfitto le forze congiunte di Norvegia e Irlanda, guidate dal ribelle Macdonwald. Macbeth, congiunto al re, è lodato per il suo coraggio e prodezza in battaglia.
La scena cambia: Macbeth e Banco stanno facendo considerazioni sul tempo e sulla loro vittoria. Mentre passeggiano nella brughiera, le tre streghe, che li stavano aspettando, compaiono a loro e pronunciano profezie. Anche se Banco per primo le sfida, esse si rivolgono a Macbeth. La prima lo saluta come Barone di Glamis, la seconda come Barone di Cawdor, e la terza gli preannuncia che diverrà re. Macbeth è stupefatto e silenzioso, così Banco ancora una volta le sfida. Le streghe lo informano che sarà il capostipite di una dinastia di re. Poi le tre streghe svaniscono e un altro barone, Ross, messaggero del re, subito arriva e informa Macbeth che questi ha appena acquisito il titolo di Barone di Cawdor: la prima profezia è così realizzata. Immediatamente Macbeth incomincia a nutrire l’ambizione di diventare re.
Macbeth scrive alla moglie riguardo alle profezie delle tre streghe. Quando Duncan decide di soggiornare al castello di Macbeth a Inverness, Lady Macbeth escogita un piano per ucciderlo e assicurare il trono di Scozia al marito. Anche se Macbeth mostra preoccupazione all’idea di un regicidio, Lady Macbeth alla fine lo persuade a seguire il suo piano.
Nella notte della visita, Macbeth uccide re Duncan.
Macbeth non viene scoperto, ma rimane talmente scosso che Lady Macbeth deve assumere il comando di tutto. Secondo il suo piano, dirotta i sospetti sulle guardie del re addormentate davanti alla porta della stanza di re Duncan, facendo trovare i pugnali insanguinati in mano loro. Il mattino dopo arrivano Lennox, un nobile scozzese, e MacDuff, il leale barone di Fife. Il portiere apre il portone e Macbeth li conduce nella stanza del re dove MacDuff scopre il cadavere di Duncan. In un simulato attacco di rabbia, Macbeth uccide le tre guardie prima che queste possano reclamare la propria innocenza.
MacDuff è subito dubbioso riguardo alla condotta di Macbeth, ma non rivela i propri sospetti pubblicamente. Temendo per la propria vita, i figli di Duncan scappano: Malcolm in Inghilterra e Donalbain in Irlanda. La fuga dei legittimi eredi li rende però sospetti e Macbeth sale al trono di Scozia in qualità di congiunto dell’ex re assassinato.
A dispetto del suo successo, Macbeth non è a suo agio circa la profezia per cui Banco sarebbe diventato il capostipite di una dinastia di re. Così lo invita a un banchetto reale e viene a sapere che Banco e il giovane figlio, Fleance, usciranno per una cavalcata quella sera stessa. Macbeth ingaggia due sicari per uccidere Banco e Fleance (un terzo sicario compare misteriosamente nel parco prima dell’omicidio). Gli assassini uccidono Banco, ma Fleance riesce a fuggire. Al banchetto si presenta il fantasma di Banco che siede al posto di Macbeth, ma solo Macbeth può vederlo. Il resto dei convitati è spaventato dalla furia di Macbeth verso un seggio vuoto, finché una disperata Lady Macbeth ordina a tutti di andare via.
Macbeth, sconvolto, si reca dalle streghe. Esse, interrogate, chiamano a rispondere degli spiriti: una testa armata dice a Macbeth “temi Mac Duff”, un bambino insanguinato gli dice “nessun nato di donna può nuocerti”, un bambino incoronato gli dice “Macbeth non sarà sconfitto fino a che il bosco di Birnan non muova verso Dunsinane” ; infine appare un corteo di otto spiriti che sono i discendenti di Banco, alla vista dei quali Macbeth si dispera.
La paura che ora lo attanaglia lo spinge a mandar sicari al castello di Macduff per ucciderlo, ma una volta lì i mercenari scoprono che non c’è (era andato in cerca di consiglio in Inghilterra), e allora decidono di uccidergli moglie e figli.
Lady Macbeth incomincia ad essere tormentata dal peso degli omicidi ordinati. In una famosa scena, Lady Macbeth cammina nel sonno e prova a lavare via l’immaginaria macchia di sangue dalle sue mani.
In Inghilterra MacDuff e Malcolm pianificano l’invasione della Scozia. Macbeth, adesso identificato come un tiranno, vede che molti baroni disertano. Malcolm guida un esercito con MacDuff e Seyward, conte di Northumbria, contro il castello di Dunsinane. Ai soldati, accampati nel bosco di Birnan, viene ordinato di tagliare i rami degli alberi per mascherare il loro numero. Con ciò si realizza la terza profezia delle streghe: reggendo i rami degli alberi, innumerevoli soldati rassomigliano al bosco di Birnan che avanza verso Dunsinane. Nel frattempo Macbeth pronuncia il famoso soliloquio (“Domani e domani e domani”) alla notizia della morte di Lady Macbeth (la causa non è chiara; si presume che ella si sia suicidata).
La battaglia culmina con l’uccisione del giovane Seyward e col confronto finale tra Macbeth e MacDuff. Macbeth pensa con arroganza che non ha alcun motivo di temere MacDuff perché non può essere ferito o ucciso da “nessuno nato da donna”. MacDuff però dichiara di “essere stato strappato prima del tempo dal ventre di sua madre” e che quindi non era propriamente “nato” da donna. Macbeth capisce troppo tardi che le streghe lo avevano fuorviato. I due combattono e MacDuff decapita Macbeth, realizzando così l’ultima delle profezie.
Anche se Malcolm, e non Fleance, salí al trono, la profezia delle streghe riguardante Banco fu ritenuta veritiera dal pubblico di Shakespeare, che riteneva che re Giacomo I fosse diretto discendente di Banco.
Mauro Augustini (Baritono)
Macbeth, comandante dell’esercito di Re Duncan
Kathleen McCalla (Soprano)
Lady Macbeth, sua moglie
Bonaldo Giaiotti (Basso)
Banco, Felherr nell’esercito di King Duncan
Juremir Vieira scozzese
Macduff, un nobile
Wilfried Feichtinger
Malcolm, il figlio di Duncan
Tamami Sato
Ciambellano di Lady Macbeth
Eberhard Kummer
Dottore, prima apparizione
2. Apparizione
Beata Hecht
3. Apparizione, Fleance
Isabel Duca
Messaggeri, persone, streghe, società di corte, servitori, assassini, coro di soldati
Plovdiv e gruppo teatrale DIALOGO
Orchestra del laboratorio lirico di Vienna
Tiziano Duca _ direttore d’orchestra
Paolo Trevisi _ Direttore
Poppi Ranchetti _ scenografia
Harald Michlits _ Light
Hanno contribuito
Prova generale del coro
Kalin Marinov
Decorazione che fa
La Bottega Venezia
Assistente scenografia e costumi
Giovanna Fiorentini
Mime line
Michal Hecht
Maschera
Wolfgang Haller, Harald Pfeifer
Gestione delle prestazioni serali Vladimir Koshinov
Ospitalità, Ispezione
Sonja Lamprechter
Correptition, Inspiciency
Naoko Hamamoto
Attrezzature da palco
Mathis Falter, Günther Kitter, Wolfgang Kuntner
Direttore tecnico
Harald Schlosser
Tecnica
Johann Sikora, Mathis Falter, Josef Wiesner, Gert Delle Karth, Helmut Schneeweiß, Günther Kittler
Sartoria e guardaroba
Christina Pfeifhofer, Gundula Michel, Katja Kreiz, Alice Hrad, Ursula Liebing, Barbara Lehner
Servizio pubblico
Irene Baier
Gestione delle mappe
Petra Bauer, Barbara Tichy
Project Management
Wilhelmine Goldmann, Harald Schlosser
Un ringraziamento speciale va al Sig. Michael Tanzler e all’associazione “Amici del Belcanto” per il loro sostegno.
Tiziano Duca
Direttore d’orchestra
Paolo Trevisi
Direttore
Poppi Ranchetti
Scenografia
Michal Hecht
Linea Mime
Vladimir Koshinov
Game master